Processo Eternit Casale a Schmidheiny

Nel dicembre 2017 la Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso della Procura di Torino contro lo smembramento del Processo Eternit Bis e la decisione di derubricare a omicidio volontario il reato di omicidio colposo, contestato all’ultimo proprietario della Eternit Stephan Schmidheiny.

Il troncone processuale relativo ai morti di Casale Monferrato per competenza territoriale è quindi giunto a Vercelli.

Il 29/04/2019 la Procura di Vercelli ha firmato l’avviso di conclusione indagini contro Schmidheiny.

Le parti offese coinvolte nel processo sono circa 1500.
Le 392 vittime sono un campione di 62 lavoratori Eternit e 330 loro familiari e abitanti casalesi.

Si va avanti, nonostante tutto perché si deve. Se fossimo delusi anche questa volta, continueremo a cercare giustizia, a lavorare perché cambi la cultura che ha reso e rende possibili queste tragedie.

Maria Assunta Prato, vedova di Paolo Ferrari

Durante l’udienza preliminare il GUP ha deciso di rinviare a giudizio il magnate svizzero per omicidio volontario davanti alla Corte di Assise di Novara.

Mi sono reso conto di provare dentro di me un odio per gli italiani e quando oggi penso all’Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito.

Stephan Schmidheiny

Il 09/06/2021 si è tenuta la prima udienza. La corte ha stabilito che il processo sarà a porte chiuse e saranno accolti in aula un massimo di 15 giornalisti.

Udienza preliminare sedute del 14 e 17/01/2020

La seduta del 14/01/2020 è stata preceduta da un presidio organizzato da Afeva Casale Monferrato a cui hanno partecipato CCIL, CISL, UIL, Legambiente e Anmil.

Il GUP ha riconosciuto tutte le parti civili presentatesi.

Le prossime discussioni sono state fissate nelle date 17-20-21/01.

Durante il dibattimento del 17/01/2020 i PM Gianfranco Colace e Pietro Alvino hanno ribadito che l’imputato era cosciente e debitamente informato sulle conseguenze dell’uso dell’amianto, come dimostrato dall’esistenza di un manuale interno destinato a rispondere a dubbi e domande dei dirigenti, pertanto la scelta del reato di imputazione dovrebbe essere tra dolo diretto o eventuale.

Udienza preliminare sedute del 20 e 21/01/2020

L’avv. Astolfo Di Amato, legale di Schmidheiny, richiamandosi all’opinione della Corte di Giustizia Europea in merito al sottoporre lo stesso individuo a un secondo processo con le stesse accuse, ha dichiarato che se il suo assistito venisse riprocessato di tratterebbe di un caso di tortura.

Secondo Di Amato dunque, l’accusa di disastro ambientale innominato permanente intorno a cui ruotava il Primo Processo Eternit sarebbe sovrapponibile a quella di omicidio colposo ipotizzata dai procuratori dell’Eternit Bis.

A seguire l’avv. Guido Alleva si è soffermato sui vizi di traduzione della notifica di imputazione consegnata a Schmidheiny (capo d’accusa privo di un paragrafo rispetto alla versione italiana; uso di vocabili incoerenti e privi di senso logico) e ha reso noto che la difesa, contrariamente all’accusa, non è ancora riuscita a venire in possesso dei campioni istologici delle vittime.

Proseguendo Alleva ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito per insussistenza dei fatti poiché, essendo impossibile provare scientificamente il momento esatto in cui le parti offese sono venute in contatto con la prima dose letale di fibre (le successive non sarebbero determinanti), non è possibile stabilire se Schmidheiny fosse a capo della Eternit quando ciò accade e se il suo comportamento avesse cagionato o con causato l’evento dannoso.

Udienza preliminare seduta del 24/01/2020

Il GUP Fabrizio Filice ha stabilito il rinvio a giudizio di Schmidheiny per omicidio volontario.
Se avesse optato per l’omicidio colposo, le imputazioni per l’80% dei casi di morte sarebbero state dichiarate prescritte.

La prima udienza è stata rinviata “per pubblici annunzi” al 09/06/2021. La Corte di Assise si riunirà nella ex Caserma Perrone ora sede dell’Università del Piemonte Orientale.

Udienza del 09/06/2021

Durante la prima udienza processuale la Presidenza del Consiglio dei Ministri d’Italia si è costituita parte civile. L’imputatoSchmidheiny non era presente. La corte ha stabilito che il processo si svolgerà a porte chiuse per l’emergenza Covid-19 e in aula sarà permessa la presenza di un massimo di 15 giornalisti.
L’avvocato Alleva ha preannunciato che la difesa solleverà molte questioni sia in relazione alle parti civili (non solo per la Presidenza del Consiglio dei Ministri), sia in relazione ad altri aspetti come la poca accuratezza delle traduzioni degli atti in tedesco.

All’esterno dell’Aula Magna del polo universitario di Novara era presente una delegazioni di familiari delle vittime giunta da Casale Monferrato. L’avvocato del Comune di Casale Monferrato ha reso noto che circa una decina di comuni appartenenti al SIN di Casale Monferrato hanno deciso, come il capoluogo, di costituirsi parte civile.

Udienza del 05/07/2021

Le richieste di costituzione di parte civile di alcune associazioni e di diversi Comuni del SIN di Casale Monferrato sono state ammesse. Il collegio di difesa dell’imputato ha sollevato delle eccezioni sulla traduzione degli atti in tedesco e sull’impossibilità di accedere ai reperti istologici delle persone decedute a causa del mesotelioma della pleura.

Bruno Pesce, già testimone nel primo processo del 2009, ha dichiarato a La Stampa che sarà sentito come test. Pesce, nonostante tutte le difficoltà e le delusioni, nutre ancora speranza di giustizia. Durante la video intervista rilasciata a La stampa ha ricordato come Schmidheiny non solo non si è mosso a tempo debito per riparare in qualche modo al danno cagionato, ma ha pure fatto spiare da una commercialista ed ex giornalista gli attivisti e i cittadini impegnati nella lotta contro l’amianto a Casale Monferrato.
A proposito degli esiti del primo processo e dei tempi lunghissimi della giustizia Pesce ha parlato di squilibrio nel sistema giudiziario italiano per carenze normative e strutturali. Quando la prescrizione pone fine alle istanze di giustizia vengono meno le stesse finalità su cui è costruita la magistratura. Privilegiare il diritto dell’imputato su quello della vittima nonostante i reati siano acclarati è inconcepibile.

Sempre La Stampa solleva la questione dei familiari delle vittime che avendo accettato dei risarcimenti oggi non possono costituirsi parte civile. Simonetta Protto non può costituirsi parte civile perché sua madre, prima di morire di mesotelioma, ha accettato l’offerta di risarcimento proposta dalla difesa diSchmidheiny. 60mila Euro per lavoratori della Eternit o abitanti di Casale ammalatisi dal 1973, quando lo stabilimento era di sua proprietà, oppure 30mila (come nel caso della sig.ra Protto) per chi si è ammalato nel periodo della proprietà belga-svizzera.

Udienza del 19/07/2021

La difesa ha invocato il rispetto del principio «ne bis in idem» per 55 vittime presenti nel precedente processo e la PM Compare ha fatto rilevare che i reati di accusa sono diversi.
È stata quindi sollevata la questione dell’incompletezza dell’atto di accusa ricevuto da Schmidheiny (mancavano alcuni paragrafi). A questo proposito su La Stampa Afeva fa notare che esistono corrispondenze in italiano dell’imputato.
In conclusione la Corte ha deciso di ridurre a circa 100 (tra cui Mario Draghi) la lista di oltre 1300 testimoni presentata dalla difesa e di autorizzare alla stessa, insieme a un consulente dell’accusa, la visione dei reperti istologici che attestano la morte di mesotelioma delle vittime.

Udienze del 14 e 16/09/2021

L’udienza del 14/09 ha visto la testimonianza dello storico sindacalista Giovanni Pondrano. Dopo di lui dovevno essere sentiti la figlia di una panetteriera, tra le prime vittime del MM da esposizione ambientale, l’ex dirigente dell’Ufficio Ambiente ed Ecologia di Casale Monferrato Piercarla Caggiola e Albino De Filippi dell’ARPA.

Il 16/09 il governatore del Piemonte è stato chiamato dall’accusa ad esporre le cifre che gravano sulla sanità regionale per la cura dei casi di mesotelioma pleurico.
Cirio ha ricordato che dal 1996 al 2015 sono stati stanziati 120 milioni per opere di bonifica nel SIN di Casale Monferrato.
Dopo di lui è stato il turno dell’altro grande protagonista della lotta casalese. L’ex sindacalista Bruno Pesce ha raccontato che la prima indagine epidemiologica, condotta tra 1985 e 1987 dal professor Benedetto Terracini, aveva appurato che a Casale le diagnosi di tumori ai polmoni asbesto correlati eccedevano di 200 unità il numero atteso.


392 vittime lavoratori, familiari e abitanti Processo Eternit Casale Monferrato

  • Patologia/e: patologia/e asbesto correlata/e
  • Numero morti: 392
  • Luogo esposizione: Eternit Casale Monferrato
  • Origine contaminazione: professionale, familiare e ambientale
  • ATECO 1991: 26.65 Fabbricazione di prodotti in fibrocemento

Processo Eternit Casale Monferrato

  • Causa penale
  • Udienza preliminare 14-17-20-21-24/01/2020 GUP Fabrizio Filice Tribunale di Vercelli
  • Capi di imputazione: omicidio volontario
  • Tribunale monocratico Corte di Assise di Novara
  • Imputati: Stephan Schmidheiny
  • Responsabilità civile: Eternit Spa
  • Parti civili: Stato, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Rubiera, Alcuni comuni dei SIN di Casale Monferrato, CGIL, CISL, UIL, Afeva, Anmil, Medicina Democratica e AIEA, ONA
  • Avvocati difesa: Astolfo Di Amato, Guido Carlo Alleva
  • Avvocati parti civili: Maurizio Riverditi (parti civili)
  • PM: Gianfranco Colace, Pietro Alvino, Maria Giovanna Compare

  • RASSEGNA STAMPA

      Processo Eternit bis: “Stiamo ancora aspettando giustizia”

    • Data: 13/01/2020
    • Fonte: lastampa.it
    • Autore: Silvana Mossano

      Eternit bis: “Riprocessare Schmidheiny è una tortura: va prosciolto per quelle morti da amianto”

    • Data: 21/01/2020
    • Fonte: lastampa.it
    • Autore: Silvana Mossano

      Le vittime del mal d’amianto: 392 nomi per ricordare che dietro i numeri ci sono persone

    • Data: 08/06/2021
    • Fonte: lastampa.it

      Processo Eternit bis, a porte chiuse fino alla fine dell’emergenza Covid

    • Data: 10/07/2021
    • Fonte: lastampa.it
    • Autore: Giulia Di Leo e Adelia Pantano