Primo Processo Eternit Italia

Dopo avere ricevuto una serie di segnalazioni relative a morti per patologie asbesto correlate di dipendenti della Eternit Italia Spa e della Eternit Schweitzer AG tornati in Italia, il Procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello nei primi del 2000 aprí un indagine culminata nel rinvio a giudizio dei proprietari Stephen Schmidheiny (gruppo svizzero) e Jean Luis De Cartier De Marchienne (gruppo belga).

All’accusa di disastro doloso ambientale (o innominato) per avere provocato la morte di 2200 persone e 800 casi di malattia tra i lavoratori, i loro familiari e gli abitanti delle sedi Eternit Italia di Casale Monferrato (AL), Cavagnolo (TO), Rubiera (RE), Napoli-Bagnoli (NA), la GUP Palmesino volle aggiungere l’aggettivo permanente allo scopo di sottolineare come gli imputati, pur consci della strage, non si fossero mai attivati, neppure dopo la chiusura dell’Eternit casalese (1986), per mettere in sicurezza i luoghi e bonificarli, cagionando cosí un trend di morti annuali ancora in atto.

Le parti civili ammesse al processo di Primo Grado, apertosi il 10/12/2010 furono piú di 6000 tra familiari, malati, istituzioni, sindacati e associazioni e furono citate come responsabile civile le diverse societá della multinazionale Eternit che si occuparono di amministrare e gestire gli stabilimenti italiani.

Durante il dibattimento processuale la difesa contestó persino la validitá di una serie di casi di mesotelioma maligno documentati dai consulenti della Procura, tra cui gli epidemiologi che dai primi anni ’80 condussero studi scientifici sull’eccesso di mortalitá per patologie asbesto correlate nella cittá di Casale Monferrato.

Le 46 udienze processuali chiarirono definitivamente i legami tra Eternit e il cartello internazionale dei produttori di amianto e dimostrarono che la multinazionale aveva messo in piedi una poderosa macchina di disinformazione internazionale (Asbestos Institut del dott.Robock, ecc.) e interna (manuale per dirigenti italiani) per negare i pesanti effetti sanitari dell’esposizione ad amianto, pur essendone perfettamente a conoscenza giacché sin dal 1943, l’allora l’associata SAIAC (Societé Associé d’Industries Amianteciment) Turner&Newall aveva commissionato studi in tal senso poi occultati.

Dopo le condanne del primo grado (16 anni di carcere a entrambi gli imputati e risarcimento delle parti civili) con prescrizione dei reati associati agli stabilimenti di Rubiera e Bagnoli, e di secondo grado (18 anni al solo Schmidheiny per la morte del barone De Cartier De Marchienne), il 19/11/2014 la Prima Sezione Penale della Cassazione presieduta da Arturo Cortese annullò le statuizioni precedenti per invalidà.
Prendendo come data di inizio dei termini di prescrizione il giugno 1986, quando, secondo i giudici, lo spargimento di polveri fu interrotto dalla chiusura dello stabilimento casalese, la prescrizione del reato di disastro innominato era maturata già prima di giungere alla sentenza di primo grado.

Come se la contaminazione delle matrici ambientali e lo spargimento di fibre di amianto libero provenienti financo da pezzi di amianto naturale per terra (vedi le foto dell’area lungo il Canale Cavour dietro al fabbricato principale abbattuto) nel 2014 non fosse ancora evidente e mortifera.

La precauzione della GUP che aveva voluto rimarcare gli effetti in atto sulle generazioni future delle azioni irresponsabili e omicide dei due cinici proprietari, il solerte impegno della Procura torinese e la mobilitazione della societá civile, non sono purtroppo servite a evitare l’ennesima “fine all’italiana” di un caso di strage.

Quando la legge privilegia gli aspetti formali al valore umano universale dei concetti di equitá e giustizia, trasforma il diritto in un odioso strumento di e in difesa dei più rapaci. I capitalisti nostrani e quelli venuti a spargere veleno da fuori ben lo sanno.

Ad ogni modo nel 2011 il procutatore Guariniello aveva giá avviato il nuovo filone di indagine sui singoli casi di morte e malattia poi sfociato nel cosidetto Processo Eternit Bis.


Casi 2889 vittime del Primo Processo Eternit Italia

  • Patologia/e: asbestosi, mesotelioma pleurico, mesotelioma peritoneale, mesotelioma pericardico, tumore del polmone
  • Numero malati: 800
  • Numero morti: 2200
  • Luogo esposizione: Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia), Bagnoli (Napoli)
  • Origine contaminazione: lavorazione amianto e contaminazione da polverino
  • ATECO 1991: 26.65 Fabbricazione di prodotti in fibrocemento

Primo Processo Eternit Italia

  • Causa penale
  • Udienza preliminare 04/2009 GUP Patrizia Palmesino
  • Capi di imputazione: disastro ambientale doloso permanente e omissione di cautele antinfortunistiche
  • Tribunale monocratico Torino
  • Giudice: Giuseppe Casalbore, Fabrizia Pironti, Alessandro Santangelo
  • Imputati: Stephan Ernst Schmidheiny, Jean Marie Louis Ghislain De Cartier De Marchienne (†)
  • Responsabilità civile: Societá della holding Eternit internazionale
  • Parti civili: malati e familiari delle vittime, Regione Piemonte, Regione Emilia Romagna, Regione Campania, Provincie di Alessandria, Torino, Reggio Emilia, Napoli, Comune di Casale Monferrato, Comune di Cavagnolo, Comune di Rubiera, Comune di Napoli, INAIL, INPS, CGIL, CISL, UIL, Afeva, Medicina Democratica e AIEA
  • Consulenti difesa: Prof. Gaetano Cecchetti, Prof. Danilo Cottica, Prof. Gary M. Marsch, Ing. Giuseppe Nano, Prof. Canzio Romano
  • Avvocati difesa: Astolfo Di Amato (Stephan Schmidheiny), Cesare Zaccone (De Cartier De Marchienne)
  • Avvocati parti civili: Bruno Bellini, Ezio Bonanni, Sergio Bonetto (300 parti civili), Patrizia Bugnano, Beniamino Cataneo, Laura D'Amico (GCIL e parti civili), Ernesto D'Andrea, Massimo Di Celmo, Domenico Di Criscio, Marco Gatti, Augusto Fierro, Anna Fusari, Gaetano Laghi, Roberto La Macchia, Maria Grazia Napoli, Vincenzo Napoli, Roberto Nozenzo, Florenza Oberdan, Giuseppe Prencipe, Elena Poli, Maurizio Reverdito, Roberto Rosario, Antonio Rubino
  • PM: Raffaele Guariniello, Gianfraco Colace, Sara Panelli
  • Consulenti PM: Prof. Pietro Comba, Dott.ssa Elena Fittozzi, Prof. Corrado Magnani, Dott. Paolo Rivella, Dott. Angelo Salerno, Dott. Stefano Silvestri, Prof. Benedetto Terracini
  • Sentenza 1°grado 13/02/2012: condanna di entrambi gli imputati a 16 anni di carcere per disastro ambientale doloso permanente e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche; risarcimenti danni per circa 90.000.000 di Euro al comune di Casale Monferrato, alla regione Piemonte, a sindacati e varie associazioni e 30.000 Euro a testa ai malati e alle vittime di malattie asbesto correlate; prescrizione per i reati connessi agli stabilimenti di Rubiera e Bagnoli
  • Sentenza 2°grado 06/2013 Corte di Appello di Torino : condanna a 18 anni di carcere al solo Stephan Schmidheiny. Louis De Cartier deceduto
  • Sentenza 3°grado 19/11/2014 Presidente Arturo Cortese Prima Sezione Penale Cassazione: prescrizione del reato di disastro ambientale permanente, pur dichiarato sussitente, come da richiesta del sosti­tuto Pro­cu­ra­tore Gene­rale Fran­ce­sco Iacoviello

  • RASSEGNA STAMPA

      Processo Eternit - Lunedì in aula l’ex sindacalista, il tecnico Eternit e la «pasionaria»

    • Data: 25/06/2010
    • Fonte: lmonferrato.it
    • Autore: Massimiliano Francia

      Così la lobby dell'amianto bloccò misure di prevenzione del cancro

    • Data: 29/10/2010
    • Fonte: lastampa.it
    • Autore: Alberto Gaino

      Il consulente della difesa Schmidheiny minimizza clamorosamente la strage-amianto. Il mesotelioma? Una... fissazione

    • Data: 20/12/2010
    • Fonte: ilmonferrato.it
    • Autore: Massimiliano Francia

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    • Data: 24/01/2011
    • Fonte: lastampa.it
    • Autore: Alberto Gaino

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    • Data: 15/03/2011
    • Fonte: ilmonferrato.it
    • Autore: Massimiliano Francia

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