TAV, Preparativi per il cantiere di Chiomonte

Lunedì 03/08/2020 Marisa Mayer, il suo avvocato e i comodatari della baita che stava per essere espropriata da TELT per la costruzione del cantiere della Torino Lione, si sono trovati di fronte un significativo schieramento di poliziotti con scudi, casco e mascherine.

Tra i tutori dell’ordine teltonico un uomo travisato e non qualificatosi avvertiva la signora e il suo avvocato che entro la tal ora l’esproprio si sarebbe compiuto e li invitava a passare lo schieramento poliziesco, che però non arrettrava, per recarsi a piedi a 3 Km di distanza.

Impareggiabile lezione di educazione civica sulla natura dello Stato italiano

Questo notevole esempio di dialogo, di relazioni pubbliche rispettose degli stakeholder, di delicatezza paragonabile alla sola azione della fresa “Federica” segue l’annuncio dell’inizio dei lavori per la realizzazione della prima tratta della linea ferroviaria ad alta voracità Torino Lione.

Mentre alcuni politici e figure istituzionali del Friuli Venezia Giulia non si sentono minimamente minacciati dalla Stato e praticano senza ritegno varie forme di apologia di reato e incitamento all’odio razziale spacciandosi per paladini dei confini nazionali e regionali, chi difende davvero con lungimiranza la propria, la nostra e la futura terra viene vilipeso e criminalizzato.

Un oceano di tracotanza, grande come quell’oceano scomparso in cui si formò l’amianto delle montagne valsusisne che TELT, lo Stato e l’Europa vogliono ardentemente movimentare in nome dell’atomico progresso.

E’ questa l’Italia a 40 anni dalla strage della Stazione di Bologna.
Marisa e i NO TAV sono uno dei pochi baluardi di dignità rimasti.