Maxi processo Olivetti: tutti assolti in Cassazione

L’inchiesta da cui è originato il processo è iniziata nel 2013 quando fu segnalata alla Procura di Ivrea la morte di circa 20 ex dipendenti Olivetti in pensione.

Dei 35 ex dirigenti indicati dal PM, 33 sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo (12 morti) e lesioni colpose (2 malati). Tra questi ultimi vi erano i fratelli De Benedetti, Carlo Passera e Roberto Colaninno.

Il 18/07/2016 la giudice Elena Stoppini del Tribunale di Ivrea ha accolto tutte le richieste di condanna formulate dall’accusa ad eccezione di quelle di Olivetti, Bono e Colannino che sono stati assolti.

Processo di Secondo Grado

Udienza del 07/02/2018

Secondo una news ANSA la Procura Generale avrebbe definito questione irrilevamente il problema sollevato dalla difesa degli imputati relativo alla modifica del Quaderno della Salute n.15 operata a insaputa del Professor Enrico Pira.

Udienza del 14/02/2018

La Corte ha rigettato la richiesta di acquisizione dei nuovi documenti dell’inchiesta Olivetti Bis relativi all’acquisto dei materiali usati per la realizzazione delle macchine da scrivere (15.000 scatoloni risalenti al 1978-86) facendo notare che solo 3000 di essi erano dotati di indici consultabili. Rigettata anche la perizia su Lexikon 94 presentata da Pisapia, difensore di Carlo De Benedetti, per dimostrare che il talco in essa presente non era containato.

Secondo la Sentinella del Canavese le difese degli imputati hanno chiesto di poter presentare una serie di sentenze successive a quella del primo grado Olivetti, allo scopo di metter in luce la nuova tendenza giurisprudenziale sul rapporto tra esposizione prolungata alla fibre di amianto e accelerazione/aggravamento della malattia.

Udienza del 21/02/2018

La Procura generale di Torino ha chiesto di rideterminare le pene inflitte in primo grado ai fratelli De Benedetti: assoluzione da un capo d’accusa per Franco; sopraggiunta prescrizione del reato di omicidio colposo per Franco e Carlo.

E’ inoltre emerso che nel 1984 i vertici Olivetti erano a conoscenza dei rischi sanitari derivati dal’uso di amianto e per questo abbandonarono la trattativa per l’acquisto della Eternit (carteggio con Schmidheiny) dopo avere chiesto un parere agli epidemiologi Terracini e Magnani.

Sentenza del 18/04/2018

Ribaltando il giudizio di primo grado gli imputati sono stati assolti con la formula “perché il fatto non sussiste”.

L’assoluzione si fonda sull’asserita mancanza di certezze nel mondo scientifico a proposito dell’effetto acceleratore.
Non essendo unanimemente riconosciuto che l’esposizione all’amianto accelererebbe il processo di sviluppo del mesotelioma pleurico, i datori di lavoro vengono ritenuti responsabili dell’esposizione da amianto nei soli primi 2 anni di mandato.

Nelle motivazioni si spiega che “la mancanza di prova certa” del nesso causale non permette di attribuire efficacia alle azioni o alle omissioni.

Siamo stupiti e amareggiati, un colpo di spugna così non ce lo aspettavamo leggeremo le motivazioni ma il messaggio è comunque devastante, perché decine di lavoratori sono morti per l’esposizione all’amianto in Olivetti e non hanno avuto giustizia.

Federico Bellono, segretario generale della Fiom di Torino

Il 21/12/2018 la Procura Generale di Torino ha depositato ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione di secondo grado.

Cassazione

Il 08/10/2019 la IV Sezione Penale della Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura nonostante il Pg della Cassazione avesse chiesto di rimettere alle Sezioni Unite o di annullare con rinvio la sentenza di Appello.

Gli 11 imputati sino dunque stati assolti definitivamente.

Le motivazioni della sentenza sono state pubblicate il 08/10/2019.

Secondo i giudici per accertare la responsabilità penale dei dirigenti non è sufficiente dimostrare che sotto il loro mandato i lavoratori, poi colpiti da patologie asbesto correlate, sono stati esposti all’amianto.

La correlazione tra responsabilità dell’imputato e sviluppo della neoplasia asbesto correlata sarebbe possibile solo conoscendo il momento esatto in cui le cellule interessate hanno completato il processo di trasformazione in senso cancerogeno e sono divenute pronte a diffondersi (iniziazione) dando vita al processo tumorale vero e proprio (induzione).

Nell’indagine delle singole responsabilità risulta insufficiente il dato, pur largamente condiviso, della correlazione tra l’aumento dell’esposizione a dosi di amianto e l’incidenza delle patologie asbesto-correlate.

Il ricorso della Procura è stato giudicato carente in termini di argomentazioni poiché non si soffermerebbe a delineare le responsabilità soggettive degli imputati.


Casi maxi Processo Olivetti

  • Numero malati: 2
  • Numero morti: 12
  • Anno morte: 2008-2013
  • Periodo di esposizione: 1970-90
  • Luogo esposizione: Olivetti di Ivrea
  • Origine contaminazione: talco contaminato da tremolite e coperture in cemento-amianto
  • ATECO 1991: 64.2 Telecomunicazioni
  • Luigi Mariscotti
  • Patologia/e o causa morte: mesotelioma pleurico
  • Francesco Stratta
  • Patologia/e o causa morte: mesotelioma pleurico

Maxi Processo Olivetti Ivrea

  • Causa penale
  • Udienza preliminare 2015
  • Capi di imputazione: omicidio colposo e lesioni colpose
  • Tribunale monocratico Ivrea
  • Giudice: Elena Stoppini
  • Imputati: ex dirigenti tra cui Renzo Alzati, Giuseppe Calogero, Carlo e Franco De Benedetti, Filippo Demonte, Roberto Frattini, Luigi Gandi, Manlio Marini (Servizi Sicurezza), Camillo Olivetti, Bruno Onofrio Bono, Anacleto Parziale, Corrado Passera, Luigi Pistelli, Silvio Preve, Maria Luisa Ravera (posizione stralciata per motivi di salute), Paolo Smirne, Pierangelo Tarizzo
  • Responsabilità civile: Telecom Italia Spa
  • Parti civili: familiari dei lavoratori deceduti, FIOM, FIM, UILM, INAIL, Comune di Ivrea, Città Metropolitana di Torino, Unione dei Comuni del Canavese, AFEVA, ANMIL
  • Consulenti difesa: Prof. Enrico Pira
  • Avvocati difesa: Achiluzzi, Chiantore, D’Alessandro, Del Duomo, Fracchi, Alberto Mittone, Tommaso Pisapia ed Elisabetta Rubini (De Benedetti)
  • Avvocati parti civili: Giulio Calosso (Comune di Ivrea), Laura D'Amico
  • PM: Laura Longo, Francesca Traverso, Claudio Pellicano
  • Sentenza 1°grado 18/07/2016: condannati Carlo De Benedetti (6 anni e 7 mesi), Corrado De Benedetti (6 anni e 4 mesi), Passera (1 anno e 11 mesi), Marini e Gandi (4 anni), Tarizzo (1 anno e 11 mesi), Alzati (1 anno e 11 mesi), Luigi Pistelli, Roberto Frattini e Renzo Barbera (1 anno e 8 mesi), Anacleto Parziale (1 anno). Pagamento delle spese legali e versamento di una provvisionale immediatamente esecutiva a INAIL per fratelli De Benedetti, Smirne, Varini e Manlio. Assolti Colannino, Bono, Olivetti. Risarcimento parti civili da determinare in sede civile
  • Sentenza 2°grado 18/04/2018 Corte di Appello di Torino III Sezione Penale presidente Franco Corbo, giudici a latere Flavia Nasi e Federica Bompieri : assoluzione di tutti gli imputati perché il fatto non sussiste
  • Sentenza 3°grado 08/10/2019 IV Sezione Penale Cassazione: rigetto del ricorso della Procura e conferma della sentenza di secondo grado

  • RASSEGNA STAMPA

      Sentenza per l'amianto all'Olivetti: tutti condannati

    • Data: 18/07/2016
    • Fonte: torino.repubblica.it
    • Autore: Paolo Griseri e Jacopo Ricca

      “All’Olivetti il talco contenente amianto è stato utilizzato fino al 1986”

    • Data: 07/02/2018
    • Fonte: lastampa.it
    • Autore: Giampiero Maggio

      Amianto in Olivetti, via a processo

    • Data: 07/02/2018
    • Fonte: ansa.it

      Amianto all’Olivetti d’Ivrea, la Corte rigetta i nuovi documenti

    • Data: 14/02/2018
    • Fonte: futura.news
    • Autore: Martina Meoli

      Morti di amianto Olivetti, chiesta conferma condanna per De Benedetti

    • Data: 21/02/2018
    • Fonte: corriere.it
    • Autore: Giovanni Falconieri

      Amianto, processo Olivetti: tutti assolti nel processo di appello. I giudici: “Fatto non sussiste”

    • Data: 18/04/2018
    • Fonte: ilfattoquotidiano.it
    • Autore: Andrea Gianbartolomei

      Amianto Olivetti depositato il ricorso in Cassazione

    • Data: 22/12/2018
    • Fonte: ilcanavese.it

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