Ex Liquichimica di Saline Joniche

Nel 2004 una consulenza commissionata dalla Regione Calabria aveva accertato che nell’area dell’ex stabilimento Liquichimica di Saline di Montebello Jonico era presente un “enorme quantità di sostanze pericolose” per la salute umana tra amianto crisolito, silice e farine fossili contaminate.

La Liquichimica Biosintesi, entrata in funzione nel 1974, era stata fondata dal finanziere Ursini per sfruttare i fondi messi a disposizione dal governo dell’epoca dopo la rivolta di Reggio Calabria.

Lo stabilimento venne chiuso appena dopo 2 mesi di attività perché si scoprì che i mangini che produceva (bioproteine e acidi grassi ottenuti da colture di microrganismi sul petrolio) erano cancerogeni.
I dipendenti rimasero in cassa integrazione per 20 anni.

Successivamente l’area fu prima acquisita dal consorzio SIPI che effettuò la raccolta e la rottamazione del ferro e dell’acciaio presenti e poi, nel 2006, passò alla svizzera Immobiliare Saline Srl.

L’associazione Ancadic, che da anni segue la vicenda, si è nuovamente rivolta alle autorità, in questo caso alla Prefettura, chiedendo che l’area venga sottoposta ad ulteriori accertamenti e sia bonificata.


RASSEGNA STAMPA

    Ex Liquichimica di Saline, il sindaco Ugo Suraci chiede incontro in Prefettura

  • Data: 15/09/2019
  • Fonte: reggiotoday.it

    Rifiuti cancerogeni nel sito ex-liquichimica di Saline Joniche?

  • Data: 26/06/2014
  • Fonte: ntacalabria.it