Emergenze COVID-19 e amianto

Come noto i processi infiammatori e i danni polmonari, con eventuali complicanze cardiache e cardiocircolatorie, causati dall’esposizione continuativa a fibre di amianto possono facilitare la penetrazione e la diffusione nelle vie respiratorie del virus COVID-19.

Gli scenari manifesti della duplice emergenza sono perciò da un lato le vite degli ex esposti che soffrono di tecnopatie o patologie asbesto correlate di origine non professionale, dall’altro le condizioni di vita degli abitanti di baraccopoli o container con elevata presenza di MCA.

Mentre le preoccupazioni e gli appelli delle associazioni a tutela di vittime ed esposti sono ben documentate dalla rassegna stampa nazionale del periodo 27/03 – 09/04, l’interesse per gli esposti per cause socio-economiche ha trovato spazio in un solo servizio del TGR Sicilia sugli abitanti della baraccopoli Fondo Fucile di Messina.

“Dobbiamo restare in casa ma stiamo morendo in casa pure” dice in apertura di servizio un uomo sulla carozzina, che insiene alla moglie anche lei disabile e a 2 figlie e 1 genero, vive in una baracca con il tetto in cemento amianto.

Nelle baraccopoli messinesi, dove vivono ancora circa 4000 persone ammassate una accanto all’altra e tra loro molti soffrono già di patologie polmonari, il timore che possa attecchire un focolaio di COVID-19 é alto.

Sul fronte delle associazioni degli esposti e malati

  • Anmil Pistoia ha chiesto alla Regione Toscana di distribuire a tutti gli ex esposti mascherine FFP3 e di poter ricevere aggiornamenti in tempo reale sull’evoluzione del vaccino. Alcuni suoi iscritti malati si sono offerti per sperimentarlo.
  • Afeva, nella figura di Bruno Pesce, ha rivolto un appello ai titolari di imprese per la bonifica dell’amianto in territorio alessandrino affinché forniscano eventuali mascherine, tute e calzari in giacenza al personale sanitario in prima linea contro il COVID sull’esempio delle aziende di bonifica di Balangero (TO).
  • Contramianto ONLUS sottolinea la mancanza di particolari tutele o indicazioni delle autorità pubbliche in favore dei malati di patologie asbesto correlate nonostante la loro maggiore vulnerabilità al COVID. In Puglia le vittime dell’amianto in vita sono oltre 1000.
  • AIEA Sardegna parla di doppia emergenza per i 3000 iscritti al Registro Esposti Amianto regionale provenienti in special modo dai settori chimico, petrolchimico ed edile. I malati e morti di patologie asbesto correlate censiti tra i lavoratori della sola ex Enichem di Ottana sono oltre 200.
    AIEA esprime il proprio cordoglio ai familiari del personale medico ucciso dal COVID ed evidenzia che in Sardegna il 50% del personale medico e para medico è stato contagiato.
  • ONA, per voce dell.avv. Bonanni, denuncia la carenza di strutture dedicate a malati COVID e la non incisivitá delle misure messe in campo per aggredire il virus e salvaguardare i medici.
    Secondo Bonanni le vittime dell’amianto in Nord Italia “stanno cadendo come moscerini”.